In Toscana e in Sicilia
, Enrico Nencioni, scriveva, nel 1886, all'autrice una bella lettera della quale crediamo opportuno riportare qui alcuni brani: "In tutti i suoi
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può insegnare a ordire una tela e a maneggiare la spola. - Sì, è vero quel che dite, e io sono contento d'averla scelta per donna; anche la mi' mamma è
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, che egli sentiva farsi sempre più grave e cocente. La sera, un po' prima di annottare, passando davanti ad un podere e veduta una contadina nell'aia
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Quando alla massaia Santa ebbero portata via la sua creatura, morta di difterite in ventiquattr'ore, fu una vera tragedia; non c'era verso di
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non era fatta per stare al servizio, era troppo giovine, troppo gracile; e poi i suoi non avrebbero voluto di certo. - Quella era una sciocchezza
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Tonio e la Santa intanto principiavano a pensare alla dote e al corredo per la Virginia, perchè ormai, se capitava una buona occasione, era tempo di
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vetrine!.... L'Assuntina l'aveva messa a dormire in una bella camera, che per l'appunto le era rimasta sfittata in quei giorni. C'era un lettino col
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, che la faceva assomigliar tutta ad una madonnina. Ettore, sentendo che la ragazza sapeva leggere e scrivere, le aveva dato dei romanzi, che ella
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vedesse per la prima volta, col viso impietrito, gli occhi fissi, senza una parola affettuosa. Quando poi rivide Cencio non potè nascondere un movimento di
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, insieme con la sua povera mamma, che ormai la Betta si era persuasa d'essere una creatura inutile, anzi nociva, un "mangia pane a ufo,, , come la
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piede sulla vanga, cercando di asciugarsi con una manica della camicia il sudore che gli gocciolava dalla fronte. - È morta? balbettò. - Povera ragazza
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casuccia, la ragazza stava seduta al sole, bianca bianca; e la su' mamma, ritta di dietro, cercava di strecciarle i capelli tutti arruffati come una
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volte, dappoichè non poteva esserci fra loro una piena comunione d'idee, una fusione intera di pensieri e di aspirazioni, per la diversa condizione in
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massaru Turi. - La ragazza non potè rispondere subito; poi, con un sorriso, che parve piuttosto una boccaccia e che mise in mostra i suoi denti grandi e
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- Passa l'Annaccia! passa l'Annaccia! Era il grido pauroso che si sentiva di quando in quando a traverso la campagna, ripetuto da una casa all'altra
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. Agli ultimi di ottobre infatti partirono con una comitiva di altri paesani. La Gegia ch'era di umore gioiale, per tutta la strada non fece che cantare
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dagli altri. Per diversi giorni le cose andarono bene; ma una mattina, allo svegliarsi, Bista si accorse che la Gegia, già levata, era seria e si
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occhioni neri d'Andalusa, mi fece risovvenire di una delle madonne del Murillo. Portava una gonnellina di cotone celeste sbiadito, che lasciava vedere i
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accaduto? - domandai a quella che conoscevo meglio delle altre. - È sparita la gnà Sara - rispose breve breve una che per solo segno di commozione si
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